Oggi 22 Marzo è la giornata mondiale dell’Acqua, che quest’anno è alla sua 26° edizione.
Questa ricorrenza è stata istituita per la prima dalle Nazioni Unite nel 1992, dopo la conferenza di Rio de Janeiro sul clima, per porre l’attenzione sulla salvaguardia del bene prezioso che è l’acqua.
Acqua presente sul pianeta terra
Si ritiene che sul nostro pianeta ci sia una quantità d’acqua di circa 1,4 miliardi di chilometri cubi, ma il 97,5% è acqua salata.
Di quel che resta, il 70% è stato solido e forma i ghiacciai polari.
Quello che resta corrisponde a circa 10 milioni di chilometri cubi di acqua dolce che si trova nelle falde acquifere sotterranee del mondo.
Sprechi e infrastrutture inadeguate
Si stima tuttavia che oggi gli sprechi siano molti, e per la maggior parte dei casi non si utilizzano ancora al meglio le infrastrutture adatte per il recupero di quest’acqua che va sprecata, oltre a non avere ancora infrastrutture adeguate per il riutilizzo delle acque di scarico.
La giornata 2018 ha come tema Nature for Water (Natura per l’acqua) e punta l’attenzione sulle soluzioni che la stessa Natura ci offre per conservare e ripristinare al meglio il ciclo naturale dell’acqua e le risorse idriche.
In questo modo si potrà impedire che la più importante e fondamentale delle risorse per la vita vada persa, a partire dalle azioni quotidiane che possiamo compiere per evitare sprechi di acqua.
Sembra che gli ecosistemi danneggiati possano togliere enormi quantità di acqua che sarebbe altrimenti destinata per la popolazione e ne diminuisocno anche la qualità.
Obiettivi e impegni
Tra i tanti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile di questo Millennio, il 6 riguarda l’impegno per garantire a tutti l’accesso ad acqua pulita e a servizi igienico-sanitari entro il 2030.
Uno dei traguardi è anche quello di impegnarsi a proteggere e a risanare gli ecosistemi che sono legati all’acqua, tra cui montagne, paludi, foreste, fiumi, e anche falde acquifere e laghi.
Tra le soluzioni per raggiungere questi traguardi c’è anche il coinvolgimento di città e cittadini, dove investire in moderne infrastrutture ecologiche.
Infatti sembra che tra soli vent’anni, a causa dei cambiamenti climatici oltre 5 miliardi di persone potrebbero non avere accesso all’acqua: per potere rimediare a questo ad esempio la riforestazione e il risanamento delle paludi possono evitare la siccità, mentre con il ripristino e la difesa dei fiumi e degli argini e la realizzazione di infrastrutture verdi come argini e muri di alberi si possono evitare inondazioni.
Questo sarebbe una parte di investimenti da attuare per riequilibrare il ciclo dell’acqua anche nelle nostre aree abitate e migliorare la salute e il suo sostentamento anche nel futuro.